Ape sociale: si concretizza sempre più l’ipotesi di una proroga per il 2020

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Mentre ci sono ancora tanti dubbi sulla prosecuzione di quota 100, il nuovo Governo sembra essere determinato nel voler prorogare l’Ape sociale. Ecco tutto quello che c’è da sapere.

Ape sociale: con l’insediamento del nuovo Governo giallo-rosso sembra concretizzarsi sempre di più l’ipotesi della proroga della misura che ha l’obiettivo di accompagnare i lavoratori, che si trovano in una situazione di difficoltà, alla pensione.

Infatti a differenza di quota 100 che potrebbe rischiare di subire delle variazioni, l’Ape sociale sembra proprio che voglia essere riconfermato dall’Esecutivo anche nel 2020.

Si ricorda che l’Ape sociale è un ammortizzatore sociale che consente ai lavoratori in situazioni di disagio di poter andare in pensione a 63 anni con almeno 30 anni di contributi versati.

Ma vediamo nel dettaglio quali sono le idee del Governo in merito all’Ape sociale e alla sua proroga.

Ape sociale: il Governo giallo-rosso vuole prorogare la misura anche per il 2020

Con l’insediamento del nuovo Governo giallo-verdequota 100 rischia di essere modificata o rimodulata per fare spazio ad altre misure.

Al contrario, l’Ape sociale sembra che sarà riconfermato anche nel 2020 dal nuovo Esecutivo che ha più volte espresso la volontà di volere prorogare la misura.

Come noto l’Ape sociale si rivolge ai lavoratori che si trovano in situazione di difficoltà. L’intenzione del Governo è quella di rafforzare la misura in due differenti modi.

Il primo ha l’obiettivo di rendere la misura strutturale, di fatto andando a modificare in senso definitivo le attuali regole di accesso alla pensione mentre, in secondo luogo, si potrebbe procedere all’estensione della platea dei potenziali richiedenti.

Il Governo inoltre sembra essere intenzionato a rinnovare anche l’Ape volontario.

Ape sociale 2019: i soggetti beneficiari

Come abbiamo precedentemente spiegato l’Ape sociale si rivolge a specifiche categorie di lavoratori, che si trovano in una situazione di difficoltà, che hanno compiuto 63 anni di età e che hanno versato almeno 30 anni di contributi.

Questa misura spetta in particolare:

  • ai disoccupati che hanno finito integralmente di percepire, da almeno tre mesi, la prestazione per la disoccupazione loro spettante;
  • ai soggetti che al momento della richiesta e da almeno sei mesi assistono il coniuge, l’unito civilmente o un parente di primo grado convivente (genitore, figlio) con handicap grave;
  • agli invalidi civili con un grado di invalidità pari o superiore al 74%;
  • ai dipendenti che svolgono o abbiano svolto da almeno sei anni in via continuativa una o più una delle attività lavorative considerate usuranti.

Non ci resta ora che aspettare e vedere quali saranno le prossime mosse del Governo giallo-rosso in materia di riforma previdenziale.(fonte:informazionefiscale.it)

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