Concorso scuola 2020, bandi in Gazzetta Ufficiale del 28 aprile
Concorso scuola 2020: i due bandi, quello ordinario e quello straordinario, saranno pubblicati in Gazzetta Ufficiale oggi 28 aprile 2020. Sulle prove selettive che si dovrebbero tenere tra luglio e agosto, ci sono molti dubbi e parecchie contestazioni data l’emergenza sanitaria dovuta al Coronavirus. I sindacati scrivono ai membri delle Commissioni parlamentari che si occupano della scuola e al Consiglio superiore dell’Istruzione.
Concorsi scuola 2020, la pubblicazione dei bandi in Gazzetta Ufficiale è prevista oggi 28 aprile 2020.
Dopo mesi di attesa per centinaia di migliaia di precari della scuola e di aspiranti docenti si profila finalmente un orizzonte temporale preciso per le prove che dovrebbero condurre al posto fisso in cattedra per oltre 60.000 cattedre vacanti.
È bene usare il condizionale perché la notizia dell’ufficializzazione dei concorsi e della pubblicazione dei bandi in Gazzetta Ufficiale del 28 aprile 2020 è accompagnata da polemiche fortissime sulle loro modalità che in effetti fanno sorgere alcuni dubbi sulla loro effettuazione.
Comunque per ora la novità della macchina del cosiddetto “Concorsone” si è messa in moto poi si vedrà. Le prove si dovrebbero tenere in piena estate, tra luglio e agosto.
Concorso scuola 2020, bandi in Gazzetta Ufficiale del 28 aprile. Le contestazioni
La decisione di passare alla fase attuativa dei concorsi nella scuola per il 2020 è frutto soprattutto della determinazione (o forse si potrebbe impiegare il termine ostinazione) del ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina e nell’ambito della forze di maggioranza del Movimento 5 Stelle.
In realtà questa scelta è contestata da tutte le sigle sindacali e anche dal Pd e da Leu che pure fanno parte della coalizione che sostiene il governo Conte.
Soprattutto viene contestato il concorso straordinario (i cui vincitori il Miur punterebbe ad assumere subito) rivolto ai precari della scuola con almeno 36 mesi di servizio e per i quali è prevista comunque una prova “computer based” che i sindacati contestano perché data l’attuale emergenza sanitaria dovuta all’epidemia da COVID-19 è di fatto impossibile per ora tenere eventi che implichino la presenza fisica di un gran numero di persone.
L’incerta evoluzione del fenomeno rende peraltro improbabile l’assunzione entro il 1° settembre di tutti i docenti necessari all’avvio regolare del prossimo anno scolastico e il possibile ricorso al solito strumento del reclutamento dei precari con il risultato dell’aumento di un fenomeno che invece si vorrebbe ridurre o eliminare.
Le organizzazioni sindacali propongono invece delle prova una graduatoria per titoli seguita da un percorso formativo e una prova orale selettiva al termine che abbia un valore abilitante e di conferma in ruolo. Questa procedura semplificata permetterebbe di riconoscere il valore del servizio già prestato da tantissimi docenti precari e avrebbe il vantaggio di assicurare una presenza stabile in cattedra da subito a settembre.
Concorso scuola 2020: gli scenari e i rischi
L’ipotesi avanzata dalle organizzazioni sindacali è ufficialmente rifiutata dal Miur in quanto “l’Amministrazione evidenzia che la soluzione prospettata da parte sindacale in merito a un concorso per soli titoli non è prevista dalla vigente normativa”.
Tuttavia tale posizione si espone a molti rischi che ne mettono in forse la praticabilità tra i quali la possibile esposizione di candidati al contagio dato il numero dei partecipanti o al contrario l’esclusione di molti essi perché temporaneamente ammalati, il che significherebbe penalizzarli fortemente.
Vi sono poi dei dubbi di legittimità avanzati da un vasto fronte sindacale che comprende le organizzazioni di categoria di Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda e che sono stati formalmente avanzati il 22 aprile ai membri delle VII Commissioni parlamentari e al presidente del Cspi, Francesco Scrima.
I sindacati rilevano l’obbligo del Miur di richiedere il parere del Cspi in occasione delle procedure ordinarie e straordinarie di reclutamento del personale docente, compreso l’accesso ai percorsi di abilitazione all’insegnamento, ai sensi del Decreto legislativo. n. 233/ 1999. E così di nuovo laddove il ministero decida di modificare il testo già presentato al Cspi.
Tutto ciò non sarebbe avvenuto per le organizzazioni di categoria nel caso della procedura straordinaria per l’assunzione di docenti della scuola secondaria. “Si rilevano difformità sostanziali – scrivono in comunicato del 23 aprile – tra il testo originariamente presentato al CSPI e quello illustrato alle Organizzazioni sindacali in occasione dell’informativa dello scorso 17 aprile e del successivo confronto”. “Il testo originariamente sottoposto al Consiglio risulta modificato ed integrato senza che sia stato nuovamente richiesto il parere al Consiglio superiore”. “Il Consiglio superiore della pubblica istruzione è organo di garanzia dell’unitarietà del sistema nazionale dell’istruzione e la mancata acquisizione dei prescritti pareri non solo costituisce una violazione procedurale ma soprattutto testimonia il dispregio per gli equilibri istituzionali che il nostro sistema democratico prevede a garanzia della ponderazione di tutti gli interessi in campo”.
Questa tesi è ovviamente respinta dall’amministrazione, tuttavia non si può negare che sui concorsi della scuola appena varati si stagliano molte ombre.(fonte:informazionefiscale.it)