Riscatto laurea, la pensione si avvicina ma l’assegno non cresce

Il primo requisito è evidente: non aver compiuto i 45 anni di età. Riscattare gli anni di studio universitari pagando un forfait annuo di poco più di 5mila euro sarà consentito (ammettendone la domanda) fino al compimento del quarantacinquesimo anno di età. 

La misura è prevista all’interno del capitolo sulla “pace contributiva” del decretone pensioni-reddito di cittadinanza, che dovrebbe essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale la settimana prossima. 

La sezione sulle pensioni – parallelamente alla sperimentazione di quota 100 -, nel triennio 2019-2021 prevede per tutti i lavoratori iscritti a una delle gestioni Inps di avere una nuova chance di riscatto dei periodi contributivi non coperti da contribuzione (a condizione di non aver alcun versamento contributivo precedente al 1996, né avere una propria pensione).

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A differenza della “pace contributiva”, la nuova agevolazione sui riscatti della laurea è “stabile” e prevede un costo contenuto. Si tratta di una opzione che non stravolge le forme di riscatto tradizionali – che restano in vita – ma piuttosto aggiunge una possibilità in più, come quella già accessibile a prezzo ridotto a condizione però di non aver mai lavorato prima (per i cosiddetti inoccupati).

Riscatto agevolato: l’assegno non cresce
Per chi sta valutando l’ipotesi di chiedere il riscatto agevolato degli anni all’università bisogna però fare attenzione a una condizione: il nuovo riscatto della laurea è valido solo per arrivare prima al traguardo della pensione ma non incide minimamente sulla misura dell’assegno. In altre parole, si recuperano anni per avvicinarsi alla pensione, ma i contributi versati per questi anni non consentono di aumentare l’importo della stessa.

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Il primo requisito, come detto, per accedere alla nuova possibilità di riscattare la laurea è quello anagrafico: avere meno di 45 anni di età. Ciò taglia fuori chi aspira a quota 100, perché dovrà aver compiuto, entro il 31 dicembre 2018, 62 anni (e nel 2021 ci sarà un adeguamento alla speranza di vita di circa 3 mesi aggiuntivi).

Il secondo requisito è che il riscatto agevolato è possibile solo per i periodi da valutare con il sistema di calcolo pensionistico contributivo.

Gli eventi riscattabili (laurea e dottorato di ricerca privo di contribuzione) dovranno quindi collocarsi in periodi che per l’assicurato siano di competenza del metodo contributivo.

Chi dunque abbia meno di 45 anni, ma intenda riscattare un periodo anteriore al 1996 che sia di competenza del metodo di calcolo retributivo, non potrà chiedere il riscatto agevolato.

Facciamo due esempi. Per un lavoratore che ha meno di 45 anni e ha studiato all’università cominciando nel 1994 per 4 anni il riscatto potrà essere richiesto in forma agevolata solo per i periodi a partire dal 1° gennaio 1996:  dunque in totale 2 anni e 10 mesi (fine anno accademico a ottobre 1998).
Un lavoratore che studiava negli stessi anni del precedente, ma abbinava agli studi lavoretti stagionali nei mesi di luglio e agosto di ogni estate potrà riscattare solo 2 anni e 4 mesi visto che perde due mesi di riscattabilità nel 1996, 1997 e 1998 e troverà comunque applicazione la regola generale secondo cui non si può riscattare un periodo già coperto da contributi obbligatori.

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Come si calcola il riscatto
Va sottolineato che nel calcolo del riscatto si parte dal novembre del primo anno di immatricolazione e si va avanti solo del numero di anni della durata legale del corso anche se per arrivare alla laurea vengono impiegati più anni.

Il costo del riscatto agevolato è calcolato con le modalità oggi previste per quello laurea per gli inoccupati: moltiplicando l’aliquota Ivs vigente (33%) per il reddito minimo soggetto a imposizione della Gestione Inps di artigiani e commercianti, pari a 15.710 euro nel 2018, per una spesa di 5.185 euro circa per ogni anno riscattato. Un metodo meno costoso di quello tradizionale per i periodi contributivi, che prende invece come riferimento non una base forfettaria ma l’ultima retribuzione imponibile del lavoratore prima della richiesta per applicare la percentutale del 33 per cento.

Anche in questo caso facciamo due esempi.
Un lavoratore in regime contributivo, che guadagna circa 40.000 euro lordi con il metodo ordinario pagherebbe poco più di 13mila euro l’anno. Con quelle previste dal decreto pagherà poco più di 5mila euro l’anno.Un lavoratore con 43 anni di età nel 2019 e con uno stipendio di 28mila euro lordi , con cinque anni di studio in ingegneria non riscattati, con le regole ordinarie pagherebbe 46.200 euro complessivi, con il riscatto agevolato spenderebbe 26.200 euro, con un risparmio di circa il 44%.
Riscatto della laurea: come fare le simulazioni
Chi è interessato a valutare l’opzione del riscatto può collegarsi al sito dell’Inps, dove con le proprie credenziali, si può accedere a una sezione dedicata al riscatto della laurea e calcolare quanto costerebbe l’operazione con le regole vigenti finora. Il costo dipende da due fattori: il reddito e l’età anagrafica. Il riscatto risulta più conveniente appena terminati gli studi, versando un importo fisso se non si hanno ancora contributi da lavoro. La domanda di riscatto va presentata online, attraverso il sito Inps, utilizzando il proprio Pin personale.

(fonte ilsole24ore)

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