Resto al Sud 2021: come funziona, beneficiari e come presentare domanda

Resto al Sud 2021, l’incentivo a sostegno di nuove realtà imprenditoriali e libero professionali è rivolto a soggetti di età compresa tra i 18 e i 55 anni, per effetto dell’estensione prevista dalla Legge di Bilancio. Ecco tutte le informazioni utili, cos’è, a chi spetta e come presentare domanda.

Resto al Sud 2021come funziona e chi sono i soggetti beneficiari?

Vediamo di seguito cos’è esattamente l’incentivo Resto al Sud 2021, a chi spetta e quali le modalità di accesso.

Resto al Sud è la misura volta a promuovere la nascita e lo sviluppo di nuove imprese e nuove attività professionali nelle regioni del Meridione e del Centro Italia.

Consiste nella possibilità di richiedere un finanziamento per avviare attività imprenditoriali, in un’ottica di autoimpiego, di ampliamento del mercato del lavoro e generale rilancio dell’economia, nelle regioni italiane ove l’iniziativa professionale sembra essere meno reattiva ed energica.

La Legge di Bilancio 2021 ha incrementato nuovamente il limite di età per accedere a Resto al Sud, che è salito da 45 a 55 anni.

Non esistono bandi, scadenze e graduatorie ma le domande vengono considerate e, in caso, accettate a seconda dell’ordine di ricezione.

Resto al Sud 2021

  • Resto al Sud 2021, cos’è, come funziona e chi sono i soggetti beneficiari
  • Resto al Sud 2021, a quanto ammonta e cosa finanzia
  • Resto al Sud 2021, le spese ammesse e quelle escluse
  • Resto al Sud 2021, come presentare domanda
  • Resto al Sud 2021, l’app Invitalia
  • Resto Qui, l’estensione di Resto al Sud

Resto al Sud 2021, cos’è, come funziona e chi sono i soggetti beneficiari

Resto al Sud 2021 è uno strumento “anti-crisi” ad ampio raggio, potenziato negli anni sia dal punto di vista della platea dei beneficiari, sia con la maggiore incidenza della modalità del fondo perduto” che è salito al 50% (il restante 50% è un finanziamento bancario a tasso zero, garantito dal Fondo di Garanzia per le PMI).

Ad oggi, il bonus Resto al Sud è concesso a chi non abbia ancora compiuto il 56esimo anno di età e che:

  • al momento della domanda sia residente in:
    • Abruzzo;
    • Basilicata;
    • Calabria,
    • Campania;
    • Molise,;
    • Puglia;
    • Sardegna;
    • Sicilia;
    • Lazio, Marche ed Umbria e, nello specifico, i 116 comuni delle aree del cratere sismico del Centro Italia (Resto qui);
  • abbia trasferito la propria residenza nelle succitate regioni entro 60 giorni dall’accettazione della domanda (120 in caso di residente all’estero);
  • non sia già titolare di altre attività d’impresa attive al 21 giugno 2017.
  • non abbia ricevuto altre agevolazioni nazionali per l’autoimprenditorialità nell’ultimo triennio;
  • non abbia un lavoro a tempo indeterminato e si impegna a non averlo per tutta la durata dell’incentivo;
  • sia un libero professionista – in forma societaria o individuale- che non sia titolare di partita IVA nei 12 mesi antecedenti la presentazione della domanda per lo svolgimento di un’attività analoga a quella proposta.

Resto al Sud 2021, a quanto ammonta e cosa finanzia

Il finanziamento Resto al Sud è destinato:

  • alle attività produttive nei settori industria, artigianato, trasformazione dei prodotti agricoli, pesca e acquacoltura;
  • alla fornitura di servizi alle imprese e alle persone turismo;
  • all’attività libero professionali , in forma individuale e societaria,

Non rientrano tra le attività finanziabili le iniziative agricole e il commercio.

Con riferimento alle iniziative ammesse, Resto al Sud copre il 100% delle spese, a fronte di un finanziamento massimo di 50.000 euro per ciascun richiedente, con un tetto massimo di 200.000 euro.

Una società composta da più di quattro soci, quindi, può ricevere comunque un finanziamento non superiore a 200.000 euro.

L’incentivo Resto al Sud, per le sole imprese esercitate in forma individuale e con un solo soggetto proponente, prevede un finanziamento massimo pari a 60.000 euro (prima del 19 luglio 2020 il tetto massimo era di 50.000).

Il Decreto Rilancio ha previsto che le imprese che già hanno ottenuto il finanziamento con Resto al Sud possono ottenere, al completamento del loro progetto, un ulteriore contributo a fondo perduto:

  • di 15.000 euro per le ditte individuali e le attività professionali svolte in forma individuale;
  • di 10.000 euro per ciascun socio, fino a un massimo di 40.000 euro, per le società

Anche quest’ultima è una delle novità introdotte in sede di conversione del decreto Rilancio, e si applica quindi dal 19 luglio 2020.

Resto al Sud 2021, le spese ammesse e quelle escluse

Non tutti gli investimenti, tuttavia, possono essere coperti dal finanziamento di Resto al Sud 2021.

Secondo il Decreto Legge n. 91 del 20/06/2017 possono essere finanziate le spese:

  • di ristrutturazione o manutenzione straordinaria di beni immobili (massimo 30% del programma di spesa);
  • di acquisto di nuovi macchinari, di nuovi impianti e di nuove attrezzature;
  • di acquisto/ abbonamento a programmi informatici e servizi per le tecnologie, l’informazione e la telecomunicazione;
  • di gestione, quali spese per acquisto materie prime, di materiali di consumo, spese per le utenze, per i canoni di locazione, per i canoni di leasing, per le garanzie assicurative (massimo 20% del programma di spesa).

Viceversa, sono escluse dal finanziamento:

  • le spese di progettazione;
  • le spese promozionali;
  • le spese per le consulenze;
  • le spese per la retribuzione del personale dipendente.

A riguardo si ricorda che, ad oggi, a seguito della modifica introdotta dal Decreto Rilancio, le agevolazioni coprono il 100% delle spese ammissibili e sono così frazionate:

  • 50% di contributo a fondo perduto
  • 50% di finanziamento bancario garantito dal Fondo di Garanzia per le PMI.

Gli interessi, peraltro, sono interamente a carico di Invitalia.

Resto al Sud 2021, come presentare domanda

Al fine di ottenere il finanziamento la condizione necessaria, ma non sufficiente, è l’inoltro della domanda esclusivamente online attraverso la piattaforma web di Invitalia.

La pagina dedicata specifica che, prima di presentare domanda, è indispensabile:

  • registrarsi ai servizi online di Invitalia compilando in ogni sua parte il modulo online;
  • consultare e scaricare i fac-simile della modulistica;
  • possedere firma digitale e di un indirizzo di posta elettronica certificata (PEC) valido e attivo giacché Invitalia comunicherà solo attraverso PEC.

Nella domanda da inoltrare, fra l’altro, devono essere presenti:

  • business plan da compilare online;
  • documentazione da allegare:

Una volta inoltrate, come anticipato, le istanze vengono valutate in ordine cronologico di ricevimento entro 60 giorni dalla data di presentazione, giacché non esiste alcuna graduatoria o ordine di preferenza.

A quel punto, Invitalia studia la documentazione presentata e valuta la domanda, eventualmente chiedendo un colloquio con gli istanti.

Resto al Sud 2021, l’app Invitalia

Invitalia fornisce a chi propone domanda un’app, scaricabile gratuitamente sui telefoni cellulari, che permette di monitorare l’iter di approvazione del finanziamento e di reperire le banche convenzionate e gli enti pubblici, le università e gli organismi di terzo finanziatrici.

Resto Qui, l’estensione di Resto al Sud

Resto Qui è l’estensione degli incentivi previsti da Resto al Sud alle zone dell’Italia centrale colpite dai terremoti del 2016 e 2017, introdotta dal Decreto Sisma del 21 ottobre 2019.

In estrema sintesi, si tratta dell’inclusione nella platea dei beneficiari anche i residenti nei 116 Comuni del cratere sismico situati nelle regioni di Lazio, Marche e Umbria.

Si ricorda che per 24 dei suddetti Comuni, qualora vi sia una percentuale di edifici inagibili superiore al 50%, non sussiste alcun limite di età per chiedere i finanziamenti.

Per ulteriori dettagli si rimanda alla sezione dedicata sul sito di Invitalia.(fonte:informazionefiscale.it)

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