Reddito di cittadinanza e cambio residenza: domanda con nuovi limiti e più controlli
Reddito di cittadinanza e cambio di residenza: domanda con specifici limiti per chi si è trasferito negli ultimi mesi e per chi si è separato e divorziato. Le novità saranno ufficiali non appena sarà approvata la legge di conversione del decreto, con nuove modifiche al vaglio della Camera.
Reddito di cittadinanza con cambio residenza, domanda sotto controllo e con specifici limiti.
Nel corso della conversione in legge del decreto n. 4/2019 sono state introdotte alcune novità di rilievo per contrastare fenomeni di abuso.
L’intento è quello di sottoporre a maggiori vincoli e controlli i cosiddetti “furbetti” del cambio di residenza, con i nuovi limiti introdotti dal Senato che per il momento riguardano esclusivamente i divorziati o separati dal 1° settembre 2018 in poi.
Ulteriori novità sono attese alla Camera, dove è attualmente in corso l’esame della legge di conversione del decreto sul reddito di cittadinanza.
Nel frattempo è tuttavia partito l’iter formale per l’avvio del RdC, la misura che punta a combattere disoccupazione e povertà. Dal 6 marzo 2019 è possibile fare domanda e, secondo le attuali tempistiche, l’erogazione delle prime mensilità partirà da maggio.
Attualmente per fare domanda devono essere considerati i vecchi requisiti, quelli previsti dal DL n. 4/2019, con regole meno stringenti anche in caso di cambio residenza, separazione e divorzio.
Quali sono invece le novità attese? Facciamo chiarezza nella righe che seguono, illustrando le modifiche in corso d’esame e per le quali sarà il voto della Camera a dire l’ultima parola.
Reddito di cittadinanza e cambio residenza: domanda con più controlli per separati e divorziati
Già nel corso del passaggio al Senato, il decreto n. 4/2019 si è arricchito con la prima novità in merito alla possibilità di richiedere il reddito di cittadinanzanel caso di cambio di residenza.
Con uno degli emendamenti, proposto dalla Lega ed approvato anche dal M5S, è stato stabilito che nel caso di separazione o divorzio avvenuto successivamente al 1° settembre 2018 sarà necessario che l’eventuale cambio di residenza sia certificato da apposito verbale della polizia locale.
La novità rientra nel capitolo delle misure che riguardano la definizione del nucleo familiare ai fini del reddito di cittadinanza, secondo cui:
- i coniugi permangono nel medesimo nucleo anche a seguito di separazione o divorzio, qualora continuino a risiedere nella stessa abitazione;
- il figlio maggiorenne non convivente con i genitori fa parte del nucleo familiare dei genitori esclusivamente quando è di età inferiore a 26 anni, è nella condizione di essere a loro carico a fini IRPEF, non è coniugato e non ha figli.
Il cambio di residenza sarà sottoposto quindi a maggiori controlli. Sarà alla Camera che arriveranno ulteriori novità che estenderanno i limiti per l’accesso al reddito di cittadinanza anche ai cambi di residenza di soggetti non separati o divorziati.
Reddito di cittadinanza e cambio residenza: domanda “sospesa” per tre mesi
Ancora non è chiaro quelli che saranno gli emendamenti al decretone alla Camera, ma già si vocifera di ulteriori novità in merito al cambio di residenza ai fini dell’accesso al reddito di cittadinanza.
L’ipotesi è che non si potrà fare domanda ed ottenere i benefici del RdC nel caso di cambio di residenza negli ultimi tre mesi. Non è chiaro al momento se l’esclusione sarà totale – e quindi riguarderà tutti quelli che in tale periodo temporale hanno trasferito la propria residenza anagrafica – o temporanea.
Nel primo caso si tratterebbe di una restrizione paradossale e, a parere di chi scrive, è più probabile che semplicemente sarà sospeso dalla possibilità di fare domanda di reddito di cittadinanza chi ha cambiato residenza negli ultimi mesi.
Siamo ovviamente ancora sul terreno delle ipotesi ed ulteriori novità emergeranno non appena gli emendamenti annunciati saranno presentati e poi sottoposti al voto della Camera.
Quel che è certo è che sui requisiti per l’accesso al reddito di cittadinanzarestano molte criticità, partendo dai limiti stabiliti in caso di cambio di residenza così come per quel che riguarda la documentazione aggiuntiva richiesta agli stranieri.
Tutti vincoli che, si ricorda, per il momento non sono ancora in vigore e che pertanto non saranno considerati per chi presenterà domanda fino alla data di approvazione e successiva entrata in vigore della legge definitiva di conversione del decretone.(fonte:informazionefiscale)